TESTIMONIANZA
del signor Spadea Antonio (presunto) miracolato dalla Serva di Dio Concetta Lombardo
Montauro (CZ), 9 agosto 2012, ore 14:30
Sono nato a Gasperina il 13 marzo 1963 e sono residente in Svizzera. Nel rendere questa testimonianza, oggi, sono presenti Padre Pasquale Pitari, cappuccino, delegato dall'Arcivescovo di Catanzaro-Squillace, Mons. Vincenzo Bertolone, e mia moglie, Iannelli Francesca, nata a Montauro il 19 settembre 1967. Nei primi mesi del 1994 mi ritrovai nella zona occipitale centrale sottocutanea una presunta cisti che mi provocava forti emicranie al punto da svenire. Poiché si ingrossava visibilmente, decisi di essere sottoposto a intervento chirurgico, che avvenne nell'estate del 1994. L'operazione durò cinque ore. Il chirurgo, Dott. Silvano Meyer, si rese subito conto che non era una cisti, ma una metastasi di melanoma, di cm. 8 di larghezza. All'esame istologico fu confermata questa diagnosi. La sede originaria del melanoma non fu mai trovata. Ai miei familiari i medici prospettarono che io potessi ancora vivere dai 3 ai 5 mesi. Dopo l'operazione con questa diagnosi, mia moglie telefonò disperata alla madre, la quale mi affidò alla Serva di Dio Concetta Lombardo, pregandola intensamente. La notte mia moglie vide in sogno una ragazza bruna. Chiese a lei di impetrare a Dio la grazia a mio favore. Lei le disse: “Prega, che la grazia te la faccio”. Quando, in seguito, vide la figurina della Serva di Dio, riconobbe in lei la ragazza che le era apparsa in sogno. Passato un mese dall'intervento, mi recai in visita dal mio chirurgo, presso l'ospedale di Morges. Egli mi avrebbe dovuto indicare l'opportunità o meno di fare chemioterapia. Aveva inviato ai suoi colleghi specialisti le analisi, la T.A.C., e le ecografie di controllo. Il dottore mi rassicurò che non era necessaria nessuna chemio, poiché apparivo perfettamente guarito. Infatti, io stavo bene e subito dopo ripresi il lavoro. Ogni tre mesi andavo a fare i controlli (esami del sangue e lastre). Tutto era normale. Più volte i medici mi hanno rilasciato il certificato con la mia diagnosi e l'attestato di guarigione. Questi documenti li ho sempre inviati alla vice postulazione, come testimonianza della mia gratitudine a Dio e alla Serva di Dio Concetta Lombardo, considerandomi un vero miracolato. Prima di scendere in Calabria, avevo chiesto una copia della cartella clinica, ma questa ormai non esiste più. Sono passati 18 anni e da allora non ho mai più avuto problemi. Siamo una famiglia felice. Ancora una volta ringrazio Dio e la sua Serva fedele. Fra tre giorni ci recheremo tutta la famiglia presso la sua tomba a Stalettì per renderle omaggio. Possa questa mia testimonianza contribuire alla sua beatificazione. Firmo e giuro di aver detto la verità. Spadea Antonio
TESTIMONIANZA DI DON DAMIANO MARCO GRENCI
Busto Arsizio (Varese), 8 ottobre
2001, Grenci Don Damiano Marco, Guarigione di un bimbo da tumore (Vice postulazione,
Copia Pubblica, 396).
Reverendo Padre (Criniti), chi le scrive è un giovane confratello della Diocesi di Milano. Il senso di questa
mia lettera è tutto legato
al desiderio di dare una testimonianza sulla Serva di Dio Concetta Lombardo.
La vicenda nasce proprio
un anno fa: quando per grazia
ho partecipato con degli amici sacerdoti della Diocesi
di Catanzaro-Squillace alla traslazione dei resti di
Concetta dal cimitero alla parrocchia di Stalettì.
In questa occasione
ho avuto l'opportunità di conoscere
con maggior profondità la Serva di Dio. Con sincerità mi ha molto colpito questa giovane figlia di quella
terra che mi ha dato "la carne e il sangue": subito mi sono detto perché
non chiedere al Signore un
segno della sua santità?
Tornato in diocesi,
dopo pochi mesi ho messo nelle mani del Signore e della sua figlia Concetta due casi disperati
di malattia: un giovane padre e un piccolo
bimbo di 11 mesi malati di tumore.
È sempre difficile
capire la volontà di Dio in questi eventi
che dilaniano le famiglie... e quanti sono!
Ho detto:
Signore Gesù... anche per i meriti della tua Serva Concetta!
Il giovane padre con serenità è ora "nel
seno di Abramo", invece il piccolo Andrea, questo
è il suo nome, di cui i medici e tutti dicevano “solo un miracolo
potrà salvare”, ora sta
bene... meglio, è completamente
guarito.
Non voglio gridare al miracolo,
anche se la mia mente ricorda le trepidazioni
dei giorni in cui procedevano le analisi e si diceva:
e se la malattia
è arrivata anche lì! e se ha colpito
il sistema linfatico... e se... ma per quanto grave
fosse, tutto si evolveva in bene. Ripeto ora sta bene: l'ho potuto
vedere due domenica fa in Oratorio, e il
mio cuore
si riempiva di emozione nel
vederlo ora sorridente e
sereno, con pochi
capelli a causa delle
terapie, ma guarito!
Forse non è realmente un miracolo,
ma la fede ha ricevuto
una mano in questo evento. La saluto cordialmente, in Cristo.
(Firma di Grenci Don Damiano Marco)
TESTIMONIANZA DI SINOPOLI MARIA
Busto Arsizio (Varese), 28 maggio 2002, Sinopoli Maria, Guarigione della
sorella Giovanna da malattia
del timo (Vice postulazione, Copia Pubblica, 322).
Io sottoscritta Sinopoli Maria, nata a Stalettì
il 09.06.1960 e ivi residente, in Via Cannata, 1, attesto
quanto segue in merito alla Serva di Dio Concetta
Lombardo: Tutta la mia famiglia,
in questi ultimi tempi, è stata preoccupata per una grave malattia
di mia sorella Giovanna. Si trattava,
a giudizio dei medici,
di una massa tumorale
al timo, da cui difficilmente, se non per miracolo, mia sorella sarebbe stata guarita.
Io personalmente e tutta la mia famiglia ci siamo rivolti tutti e in più riprese alla Serva di Dio. Da diverse circostanze, combinatesi occasionalmente, possiamo
dedurre che si è trattato di una grande grazia (se non di un
vero miracolo), ottenuta per
intercessione di Concetta
Lombardo.
Contrariamente alle aspettative, infatti,
i medici nell'operarla, hanno notato
una realtà molto diversa da tutti
i sospetti fino allora nutriti.
Mia sorella
sta bene; attualmente è in convalescenza. E tutta la mia famiglia si sente in dovere di ringraziare il Signore che, per intercessione della Serva di Dio, ci
ha ridonato la sorella
sana e salva. In fede
(Firma
di Sinopoli Maria).
TESTIMONIANZA DI MEGAN DRAGONE
Mi chiamo Megan Dragone. Ho quasi
16 anni. Voglio raccontare un'esperienza legata alle mie condizioni di salute.
Sono nata con un div (difetto interventricolare)
sottoaortico, tenuto sempre sotto controllo.
Il 16 giugno 2016 vengo ricoverata
d'urgenza in ospedale con gravi dolori alle spalle, febbre e tosse. Dopo una
serie di accertamenti i dottori mi riscontrarono una broncopolmonite che venne
curata. Ma le cure causarono una serie di problemi al cuore: il div si dilatò di qualche millimetro e
l'estremità del ventricolo destro del cuore si era infiammata.
Dopo 10 giorni mi dimettono; torno a casa
convincendomi di poter eliminare quel brutto ricordo e di poter condurre una
vita normale.
Non fu così. Il 5 luglio torno a
controllo per fare un ecocardiogramma. Questo si trasforma da un semplice
controllo ad un incubo. Vengo ricoverata d'urgenza dopo che il cardiologo mi
riscontra un’endocardite, una
vegetazione, un’insufficienza polmonare, una stenosi, un'infiammazione all’aorta,
una dilatazione del din.
Inizio immediatamente una cura
antibiotica molto forte con diuretici. Dopo una settimana vado a controllo dal
cardiologo, ma la situazione è sempre la stessa. Continuo la terapia e dopo una
settimana il medico ritiene opportuno un altro ecocardiogramma.
La sera prima del controllo vado
nella cappella dell'ospedale a chiedere aiuto a Dio con mia madre e lì
incontriamo il cappellano padre Pasquale, al quale confidiamo, disperate, tutta
la storia riguardante la mia salute e dicendogli anche del controllo che avrei dovuto
avere il giorno dopo. Lui mi dice subito
di non preoccuparmi e di avere sempre fede in Dio. Io gli faccio un cenno con
il capo. Lui mette la sua mano sulla mia fronte, benedicendomi, dicendo le testuali
parole: “Ti affido a Concetta Lombardo. Lei era una ragazza che è stata uccisa
da un uomo sposato, che si era invaghito di lei, poiché questa l’aveva
rifiutato”.
Io rimasi perplessa; poi continuò
dicendo: “Concé, ti affido questa ragazza: Ti raccomando Concé. Trattala bene,
Concé!”.
Io lo ringrazio. Poco dopo faccio
il segno della croce, esco dalla Chiesa e torno in camera agitata.
Arriva il mattino; mi sveglio con
tanta calma e appena mi chiamano per andare a fare la visita faccio un bel
respiro. Appena arrivo dal cardiologo, lui, come è solito fare, mi fa
accomodare coricata sul lettino e inizia a visitarmi.
Inizia a parlare dicendo che la vegetazione
è scomparsa; alcuni rigurgiti sono alleviati, ma rimane l’infiammazione del div e che deve essere operato. Dopo
aggiunge che l'operazione avrebbe potuto essere rischiosa perché la valvola
mitralica era compromessa. L’operazione avrebbe potuto farsi a cuore aperto e le
percentuali di vita dopo intervento ovviamente diminuivano. Un colpo al cuore o
forse all'anima. Vidi la faccia di mia madre. Era bianca, con tanta paura negli
occhi e tanta forza nel continuare a parlare.
La giornata non fu proprio una
delle migliori. C'era tanta tensione e paura nel reparto sprigionata da noi. La
notte fu difficile da superare, ma ci riuscii. Il giorno dopo il primario
Giuseppe Raiola mi prenota una consulenza alla clinica Sant'Anna. Vengo
accompagnata da un infermiere con un gran cuore, che, conoscendo il cardiologo
di questa clinica, glielo aveva proposto al primario. Arrivati lì, entriamo nello studio di questo cardiologo;
chiede tutta la documentazione che era conservata nella cartella ospedaliera.
D’un tratto tira un'aria gelida
che attraversa dalla porta fino alle mie gambe e alla mia schiena. Il
cardiologo inizia a parlare: “Signora, il div
c’è, ma è restrittivo e non occorre con
urgenza l'operazione. E poi è tutto sotto controllo. Io sono cardiochirurgo non
pediatrico, quindi non ci metterei mai mano, ma posso dirvi che pericoli
momentaneamente non ce ne sono. La ragazza sta bene; perché metterle le mani
addosso? La farebbe soltanto del male ora un'operazione. Il div si chiude da sé, e, - difficile da
credere -, il flusso sanguigno veloce aiuta; in pratica la situazione si sta
sistemando biologicamente. Non dico che l'operazione non servirà in futuro, ma
sempre dopo la maggiore età, il periodo in cui la crescita si blocca. Comunque
verranno specializzati cardiochirurghi pediatrici da Milano. In caso di
problemi potremmo organizzare una consulenza qui al Sant'Anna. Ma ora la
situazione è stabile. La ragazza sta bene”.
Salutiamo il dottore andando via
con il sorriso stampato in faccia. Mia madre cambia espressione, non mostrando
comunque la sua felicità.
Concetta aver fatto un miracolo e
l'aveva fatto a me. La ringrazio davvero tanto e per qualsiasi cosa mi affido a
lei. Penso che Concetta avesse un cuore molto grande, pieno d'amore. Penso che
il Signore avesse bisogno di una persona così lassù.
Oggi è giorno 1 agosto 2016. Oggi vado a casa
con condizioni di salute stabili. Torniamo a casa io e mia madre con, questa
volta, la consapevolezza di poter eliminare quest'altro brutto ricordo e con la
consapevolezza di poter condurre una vita normale, però con l'aiuto del Signore
e con Concetta al mio fianco.
Catanzaro, 1 agosto 2016
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