mercoledì 15 agosto 2012

4. IL PARROCO DON EUGENIO MARCELLA RICORDA CONCETTA


CONCETTA LOMBARDO - UNA MARTIRE CALABRESE DELLA PUREZZA E DEI SACRI VALORI DELLA FAMIGLIA - terziaria francescana
di Don Eugenio Marcella, arciprete di Staletti (CZ)
La presente relazione è stata inviata da Mons. Agostino, Arcivescovo di Crotone e membro della Commissione-famiglia della CEI, alla Segreteria del Sinodo sulla famiglia, come testimonianza della Chiesa calabrese.
Esumazione 10 giugno 1981
Chi entra nel cimitero di Stalettì (CZ) e fa 20 passi a sinistra si trova di fronte a una tomba, che tiene in sé le spoglie mortali di una martire della purezza e dei sacri valori del matrimonio-sacramento. Il suo nome è Concetta Lombardo. Le parole scolpite sul marmo del frontespizio della tomba sono le seguenti: “A Concetta Lombardo, morta tragicamente per difendere il bel fiore della sua giovinezza. La sorella e la mamma posero. N. 7.7.1924 – m. 22.8.1948”.
Concettina nacque a Stalettì il 7.7.1924 da Gregorio e Giovanna Rauti; fu battezzata il 16.7.1924 da Don Vincenzo Callà. Quando aveva sette mesi, morì il padre. Alla povertà e all'austerità della laboriosa famiglia si unì il grande dolore, accettato con fede profonda nella bontà e onnipotenza del Padre Celeste. La famiglia andò avanti in un clima di singolare amore reciproco e di lavoro, a quei tempi poco retribuito. 

La mamma si assoggettava a qualsiasi onesto lavoro, anche se pesante per la donna, specie nel campo dell'agricoltura. Le due sorelle accudivano alle faccende domestiche, ricamavano e cucivano, servendo così altre famiglie del paese. Quando vi era la raccolta delle ulive, le due sorelle erano considerate come le più brave raccoglitrici. Concettina era sempre presente alla Santa Messa della domenica e delle feste; imparava le formule del catechismo, meditandole e assimilandole. 
I resti mortali ricomposti  il 10 giugno 1981
Oltre al Vangelo e al catechismo, leggeva la vita di Santa Maria Goretti e di Santa Genoveffa; frequentava i sacramenti e la scuola di catechismo ed era particolarmente presente in chiesa nei giorni delle missioni, durante le quali si confessava e faceva la sua direzione spirituale. Ella piangeva quando sentiva la bestemmia. Era, inoltre, presente in chiesa ogni qualvolta che il gruppo parrocchiale cantava la messa degli angeli, che Concettina aveva imparato bene. Le cugine, che abitavano vicino alla sua casa, affermano che Concettina per loro era un modello di vita cristiana, di vita familiare e di laboriosità, una fanciulla molto sensibile e seria. Il giorno del suo onomastico (8 dicembre), tutte le sue amiche andavano a trovarla, attratte dal grande amore con cui Concettina serviva loro il caffè che preparava con tanta premura. Nell'aprile del 1948 la sorella Angiolina passò in matrimonio; dopo tre mesi il marito emigrò in Argentina per ragioni di lavoro, ma dopo quattro anni non diede più notizie; da allora fino al presente Angiolina convive con la mamma. Anche a Concettina la mamma aveva presentato un fidanzato nel 1938. Questi partì in Germania per farsi un gruzzoletto, promettendo di sposarla al suo ritorno, ma vi rimase e sposò un'altra. Concettina da allora non volle sentire più parlare la mamma di fidanzamenti, disposta di fare la volontà di Dio, rimanendo in casa. Intanto un certo Vincenzo Messina, da Gasperina, aveva voluto Angelina come madrina di sua figlia. Il Messina, conosciuta la bontà di Concettina e attratto dalla sua bellezza, in breve tempo aveva deciso di lasciare la moglie e la figlia per sposarla. Fu per questo che le due sorelle e la mamma decisero di non ammetterlo più nella loro famiglia. Concettina non poteva concepire che un uomo, sposo e padre, abbandonasse la famiglia per sposare un’altra. Ella credeva profondamente alla santità del matrimonio. Aveva deciso, fin da fanciulla, di conservare sempre puro il giglio della purezza, per presentarlo un giorno a Dio o attraverso il matrimonio-sacramento o attraverso la verginità. Intanto il diavolo si era impadronito del cuore del Messina, il quale, attraverso alcune persone, la invitava a fuggire di casa con lui. Ella piangeva al solo pensiero che un cristiano potesse compiere simili cose brutte; pregava la Madonna di darle la grazia di non cedere mai al male. Arrivò il 22 agosto 1948. Il Messina, deciso, si presentò in un fondo sopra Copanello, dov'erano Concettina e la zia intente a raccogliere fichi d’India. Iniziò lì un breve e terribile dialogo tra il Messina, infuocato dalla passione, che invitava Concettina a fuggire con lui, e questa che non acconsentiva, affermando sempre con maggiore forza che era un gravissimo peccato che offendeva il Signore. Allora il Messina, vedendola irremovibile, la ferì mortalmente con due colpi di pistola al cuore. E Concettina emise il suo ultimo respiro nelle braccia della zia. Il Messina, quindi, si suicidò. Concettina, dopo due giorni, fu sepolta nel settore del cimitero riservato ai morti in modo violento. Dopo nove mesi il suo cadavere fu trasferito nell'attuale tomba. La cassa (senza zinco) fu aperta per qualche minuto per volere della mamma; questa la vide ancora intatta in una grande luce e, dopo un po', svenne e cadde per terra; anche la sorella era presente. Questi dati sono stati raccolti, oltre che dalla bocca della mamma e della sorella Angiolina, da molti testimoni tuttora viventi. Concettina, particolarmente per coloro che la conobbero, rimarrà quale fulgido esempio di martire della purezza, della sacralità del matrimonio-sacramento e del grande rispetto della famiglia cristiana.
Stalettì, 12 ottobre 1980: giornata per la famiglia
Sacerdote Don Eugenio Marcella

CONCETTA LOMBARDO CATECHISTA
Stalettì, 8.12.1989, festa dell'Immacolata
Sotto abitava Concetta, sopra la zia Maria: case poverissime
Se si guarda in fondo alla vita di Concetta Lombardo si trova, come dominante essenziale, quella di catechista, che la fa agire, negli anni della sua vita terrena, in unione con la missione della Chiesa e in nome di essa. Particolarmente i sacerdoti Don Giovanni Aversa, parroco di Santa Maria Assunta in Stalettì, dal 1924 al 1938, e poi Don Francesco Ceravolo, parroco della stessa comunità parrocchiale dal 1938 al 1942, influirono molto beneficamente sulla crescita spirituale di Concetta. Anche l'appartenenza di Concetta all'Ordine Francescano Secolare contribuì alla sua formazione umana e religiosa. Divenne, pertanto, una catechista modello per i fanciulli della parrocchia. Dalle testimonianze raccolte di coloro che la ebbero come insegnante di catechismo emergono particolarmente le doti religiose e morali di Concetta, tra cui la convinzione profonda di quello che insegnava, la sua sicurezza che le proveniva da una gioia intima e anche dalle domande e dalle sicure risposte del catechismo di San Pio X, nonché dalle sue continue meditazioni sulle verità cristiane. A ciò si aggiungeva la semplicità del dire, il suo modo di narrare, vivo e secondo il Vangelo, ma principalmente la testimonianza cristiana in chiesa, in casa, nel paese e dovunque poteva trovarsi. Indubbiamente Concetta viveva pienamente la vita sacramentale e spirituale. Amava molto la confessione e la comunione frequente, alle quali dedicava un'adeguata preparazione e un adeguato ringraziamento. Con molta gioia parlava ai fanciulli di Gesù, della Madonna e dei santi; tutto sempre in un clima di calma e di serenità. Ella mostrava, però, il suo orrore per i peccati, che definiva “le cose brutte degli uomini ingrati”. Nelle sue lezioni di catechismo spesso apriva il Vangelo, leggeva quella pagina che aveva già scelto per l'argomento che trattava, lo chiudeva e delle volte lo baciava, testimoniando così di fronte ai fanciulli il suo amore per Gesù, presente in quel libro umano e divino. Si notava in Concetta rispetto, anzi una venerazione verso tutti i sacerdoti. Ad essi domandava sempre spiegazioni sulle verità da credere, perché esse fossero sempre più chiare nella sua mente di catechista. Desiderava molto approfondire la sua fede in Cristo Gesù, farla crescere e testimoniarla. Intanto la sua gioia era grande quando, all'inizio dell'anno liturgico, assumeva l'impegno catechistico, che considerava principalmente come un cammino di fede. Nello stesso tempo, però, manifestava il suo timore di non poter essere una degna portavoce della Chiesa. Ma il suo vissuto interiore cresceva, giorno dopo giorno, ed ella poteva presentare l'esperienza di una vita vissuta, che stimolava anche i più indifferenti a credere in quello che annunciava. Concetta, infatti, viveva quello che insegnava e lo testimoniava con la vita. La sua vita era veramente il primo libro della catechista. Ella sapeva che ciò che era avvenuto in lei avveniva anche nei fanciulli, in cui il Signore Gesù viene personalmente a plasmare, a poco a poco, la vita. Convinta, intanto, che Gesù non si insegna ma si testimonia, faceva avere ai fanciulli la gioia di guardare il cielo come loro casa e faceva loro crescere la speranza di andarvi. Così Concetta, anche se non consapevole, si preparava a dare la suprema testimonianza del martirio e, mediante il grande dono dello Spirito Divino, pronunciava solennemente il suo “no” irrevocabile al peccato. Ciò è avvenuto il 22.08.1948 nel fondo “Sarusi” di Stalettì, in quella stupenda loggia sul mare, dove terra e mare guardano continuamente il cielo.
Ha testimoniato Don Eugenio Marcella il 20 ottobre 2000: "Concetta Lombardo Catechista. Per carenza in questa parrocchia dei registri dei catechisti e delle catechiste degli anni '40, ho interrogato alcuni tra i catechizzati dalla Concetta Lombardo e mi hanno dichiarato che l'hanno avuta loro catechista per alcuni anni, essendo arcipreti Don Giovanni Aversa e Don Francesco Ceravolo, e hanno aggiunto che la Concetta trasfondeva in essi una viva fede e una rettitudine morale, che in lei splendeva in una condotta di vita esemplare. Il suo linguaggio era semplice, ma reso vivo dalla fede e dalla grazia. In fede. Don Eugenio Marcella".



ESUMAZIONE DEI RESTI MORTALI DI CONCETTA LOMBARDO
Stalettì, 25 ottobre 2000
La chiesa di Stalettì frequentata da Concetta. A destra del presbiterio è collocata la sua tomba
Nel clima di questo evento straordinario do il benvenuto innanzi tutto a Vostra Eccellenza Rev.ma Mons. Antonio Cantisani, nostro stimatissimo pastore, e quindi ai reverendi Padri Cristofaro Zambelli e Nicola Criniti, ai confratelli nel sacerdozio, alle autorità e a tutti i presenti. 

I resti mortali nel 2000
La traslazione dei resti mortali della Serva di Dio Concetta Lombardo dal cimitero alla Chiesa matrice è certamente un fatto molto importante per questa comunità, per l'arcidiocesi e per tutto il mondo cattolico. Credo intanto che sia utile per molti presentare una breve sintesi della vicenda di Concetta. Ella nacque a Stalettì il 7 luglio 1924 da Gregorio Lombardo e da Giovanna Rauti. La sua era una famiglia rurale, di sottosviluppo economico, ma di un’intensa pietà popolare. Concetta a sette mesi rimase orfana di padre. La madre, vedova, si dedicò con molti sacrifici all'educazione cristiana delle due figlie Angela e Concetta. Questa fin da piccola frequentò la Chiesa. Andò a scuola fino alla quinta elementare. Si preparò con impegno al primo incontro con Gesù eucaristico e nella santa comunione frequente attingeva l'acqua viva per fare ogni giorno comunione con la madre, con la sorella e con gli altri. Si confessava spesso e seguiva la direzione spirituale dell'arciprete Don Giovanni Aversa e poi di padre Teofilo, francescano. Il tempo libero lo dedicava alla lettura della vita di sante, come santa Maria Goretti e santa Genoveffa. Leggeva e rileggeva il santo Vangelo e meditava sulle verità del catechismo che conosceva bene. Pertanto, l'arciprete del tempo, Don Giovanni Aversa, la scelse come catechista. Ed ella insegnò con amore il catechismo, trasfondendo nei fanciulli una fede viva e una rettitudine morale esemplare. È stata anche giovane di Azione Cattolica e Terziaria Francescana. Intanto si dedicava con impegno alle fatiche domestiche, ai lavori stagionali dei campi e a quelli del suo mestiere di brava sartina. Tutte le sue compagne le vollero bene e anche oggi, quelle viventi, la ricordano con affetto. Esse affermano che era umile e dolce, bella fisicamente, ma ancora più bella nel suo mondo interiore, che traspariva nei rapporti interpersonali. Nessuno ha mai avuto di lei qualche cosa di negativo. Intanto, divenuta maggiorenne, la mamma pensava a sistemarla con il matrimonio e le propose un giovane (un certo Luigi Posca) che emigrò in Germania per farsi un gruzzoletto, ma poi rimase lì e sposò un'altra. Arrivò a conoscerla il signor Vincenzo Messina di Gasperina, sposato e padre. Attratto dalla bellezza di Concetta, cercò in tutti i modi di farla sua. Ma Concetta era profondamente convinta che non si potesse tradire la fedeltà del matrimonio, rovinare una famiglia e aprirne un'altra non benedetta da Dio. Pertanto il suo rifiuto fu pieno e radicale. La mattina del 22 agosto 1948 il Messina andò a trovare Concetta, che era con la zia Maria a raccogliere fichi d'India nel fondo Sarusi di Stalettì. Armato di pistola, la invitò ad andarsene con lui, minacciando, in caso contrario, di ucciderla. 
La nuova tomba
Concetta, però, pronunciò il suo “no!” irrevocabile, disposta a morire per non commettere il peccato. Allora il Messina le sparò due colpi al petto; poi portò la pistola alle sue tempia e fece partire il colpo suicida. Concetta Lombardo è vissuta ed è morta per affermare grandi valori cristiani: innanzitutto il valore assoluto che è Dio, quindi il valore della purezza, del matrimonio-sacramento e della famiglia. Per tali valori ha dato la suprema testimonianza del martirio. 
 Purtroppo oggi la nostra società si trova in uno svuotamento dei veri valori. Concetta con la sua vita e la sua morte eroica è segnale per tutti, è un fulgido esempio che non può rimanere nascosto. Nel cuore di tutti coloro che l'hanno conosciuta cresce sempre più la gioiosa speranza che un giorno non lontano si possa dire: “O Signore, per l’intercessione di Santa Concetta, martire della purezza e dei veri valori, facci pervenire ai beni eterni del cielo”. Questa comunità, con tutti coloro che sono a conoscenza del fatto, prega Vostra Eccellenza perché, durante la vostra permanenza come pastore in mezzo a noi, sia concluso positivamente il processo a dimensione diocesana e sia glorificato il Signore da molti per intercessione di Concetta. Grazie.




1 commento:

  1. In un contesto dove la purezza è diventata motivo si scherno, la forza di Concetta e di altre giovani martiri che hanno proferito la morte al peccato sia di esempio alla giovane generazione attuale

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